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martedì 14 ottobre 2008

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Perchè l'Autodifesa..

Sono svariate la ragioni per le quali molte persone si iscrivono ad un corso di Jiu Jitsu: i più sono spinti dagli episodi di violenza che quotidianamente i Media ci raccontano, altri cercano il recupero proprie insicurezze e paure, altri ancora seguono una moda o cercano un sport di combattimento, in fine, una piccola parte, cerca erroneamente un sistema per offendere e non per difendersi.

Sono molte le tipologie di persone alla ricerca di questo tipo di competenza: dalle donne, che sono l'emblema della volontà di difendersi nonostante le diseguaglianze fisiche; agli uomini, che spesso cercano un sistema per controllare le proprie capacità e la propria indole; ma anche dai giovani, spesso spinti dai genitori; fino ai corpi di vigilanza, che vivono quotidianamente il rischio di essere ingaggiati in scontri fisici.

Il rapporto con il JiuJitsu

Il Jiu Jitsu è nato in tempi passati per far fronte alla necessità dell'uomo di difendersi.
Il motivo per cui sia stato il Giappone a dare i natali a questa Arte Marziale è da ricercare nella centralità della casta guerriera nella struttura dell’Impero Nipponico.
Questo ha permesso che il JiuJitsu, come le altre Arti Marziali, venisse collaudato, migliorato, ma soprattutto tramandato.
Un altro elemento che ha favorito il suo sviluppo è l’elemento culturale di questo popolo, che dava grande importanza alla meditazione e alla spiritualità della persona.
Per tanto, acquisire la capacità di difendersi è il primo obbiettivo per un corso di Jiu Jitsu.
Storicamente questa disciplina veniva praticata assiduamente, per diverse ore al giorno, infatti questo era l'unico modo per ottenere un elevato livello di specializzazione.

I guerrieri prima ed i praticanti poi, erano soliti intendere la loro arte marziale come un sistema formativo che abbracciava una sfera di attività ben più ampia della semplice capacità di combattere.
Infatti, nel Jiu Jitsu la pratica è sempre stata proposta come stile di vita atto a rendere l'individuo più forte non solo fisicamente, ma anche psicologicamente.
Del resto è evidente che per poter fronteggiare un aggressione in ambito reale, è necessario possedere innanzitutto una capacità di mantenere una freddezza tale da disimpegnarsi senza danni.

In conclusione l'autodifesa, nella tradizione storica delle Jiu Jitsu, è intesa come un'abilità non solo fisica, ma anche mentale.

Cos'è l'autodifesa

E' bene chiarire il concetto di autodifesa uscendo dal mito proposto dai film e tornando con i piedi per terra a quelle che sono le normative vigenti in materia e alle quali ogni individuo si deve attenere, anche se muscoloso o qualunque donna e persino ogni docente, che è moralmente responsabile di ciò che insegna.

Prima di tutto è bene dire che la Legittima Difesa per essere tale deve avere due caratteristiche:
- deve essere Attuale; vale a dire che l'aggressione era in atto o imminente nel momento dell'azione di autodifesa.
- inoltre deve essere Illegale; significa che l'aggressione è diretta ad un bene protetto giuridicamente.

Inoltre l'applicazione di tecniche di autodifesa dipendono dal cosiddetto grado di necessità, che dipende essenzialmente dal grado di pericolosità dell'aggressione.
Un classico esempio è quello dell'aggressione verbale, alla quale è sufficiente sottrarsi spostandosi e per tanto le normative non giustificano nessuna reazione fisica.

Ovviamente non è tutto, la Difesa Legittima (art.52 CP) :
Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionale all'offesa.

Il problema che le tecniche di difesa applicate da un individuo costretto a difendersi possano essere considerate eccessivamente violente è un aspetto che merita un'attenzione particolare:
Eccesso Colposo (art.55 CP)
Quando, nel commettere alcuno dei fatti preveduti dagli articoli ..55CP (Legittima difesa).., si eccedono colposamente i limiti stabiliti dalla Legge o dall'ordine dell'Autorità ovvero imposti dalla necessità, si applicano le disposizioni concernente i delitti colposi, se il fatto è previsto dalla legge come delitto colposo.

Vale a dire che in un'aggressione l'azione di difesa deve essere proporzionata all'offesa.
Sarà quindi compito del docente fa capire ai propri allievi che bisogna essere estremamente “prudenti” nell'applicare le tecniche apprese, ma questo ovviamente non deve indurre a rimanere sempre e comunque inermi per paura di possibili condanne.
L'addestramento deve portare l'allievo a mantenere una relativa calma in caso di pericolo quanto basta per poter agire in maniera ben calibrata, in modo appropriato evitando azioni involontarie che potrebbero ritorcersi contro, soppesando la situazione, valutando le intenzioni e le possibilità dell'aggressore, scegliendo una reazione adeguata.


La Via del JiuJitsu

Se un individuo ha il desiderio di apprendere un metodo di autodifesa, è conveniente che scelga un prodotto di qualità, affidandosi nelle mani di un esperto.
Il Jiu Jitsu è nato a questo scopo; dimostra a tutti coloro che lo praticano che attraverso la ricerca della morbidezza, lo studio della posizione, l’utilizzo del proprio corpo come una leva, che chiunque può imparare a difendersi senza possedere eccezionali qualità.
La pratica del Jiu Jitsu si sviluppa gradualmente, seguendo le attitudini del praticante, con una progressione didattica proporzionata al suo grado d’esperienza.
Il tempo è un altro fattore che risulta fondamentale per il raggiungimento dell'obbiettivo e per tanto la pratica quotidiana deve essere divertente ed utile, per praticare in modo sano ricercando il benessere ed un equilibrio psico-fisico ottimale.
Con queste condizioni i risultati non possono non arrivare.

Certamente, chi desidera praticare un arte marziale e quindi vuole imparare a difendersi, sceglie un'attività fisica ed intensa, dove non sono necessariamente richieste capacità atletiche eccezionali, ma sicuramente un alto grado ed impegno ed applicazione e dove il combattimento, seppur simulato, è un elemento base per l'apprendimento.
Diversamente è difficile pensare che si possano ottenere dei risultati soddisfacenti, anche dopo anni di applicazione.

Infine non si può non spendere due parole per i più giovani che si affacciano a questa realtà.
Per loro la pratica di un'arte marziale deve essere soprattutto un efficace metodo di formazione fisica, sviluppando elasticità e coordinazione, ma anche un luogo dove forgiare il proprio carattere attraverso un modello di vita basato sui principi della lealtà, della giustizia e della disciplina.
Non è sano abbinare il concetto di autodifesa ad un adolescente, anche se la pratica dell'arte marziale lo porterà a quel obbiettivo.
Per questa ragione è fondamentale che i giovani abbiano l'opportunità di cimentarsi nelle competizioni sportive, acquisendo, attraverso lo sport, insegnamenti e valori fondamentali per ogni persona.

S’identifica così un percorso formativo che può essere intrapreso anche in giovane età e che si sviluppa con una “stagione” dedicata alla pratica sportiva, dove alla base rimangono comunque i capisaldi dell'arte marziale dalla ricca tradizione.
Successivamente, al termine della “parentesi agonistica”, la pratica non termina, ma anzi l'atleta maturo ed esperto si può dedicare alla pratica dell'arte marziale in quanto tale, riscoprendo ed approfondendo aspetti fino ad allora trascurati.
Una pratica, marziale e dedicata alla ricerca del benessere, non solo il proprio naturalmente, ma anche quello delle nuove leve, mettendo a loro disposizione l'esperienza acquisita.
Infatti il clima che s’instaura in una palestra di JiuJitsu ricorda quello di una Famiglia, non rivolto al benessere del singolo, ma del gruppo.
L’atleta d’esperienza ha la possibilità di intraprendere anche la via dell’insegnamento, dell’arbitraggio, quello di preparazione degli agonisti o ancora di supporto in tutte le esigenze logistiche del gruppo.

Un percorso che oggi, come allora, dura una vita intera e trova nello studio dell'autodifesa un elemento comune del quotidiano, che mai degenera in qualcosa di basso valore e violento, ma sempre come strumento per una finalità più ampia.