IL RANDORI
Uno strumento fondamentale per migliorare le proprie capacità è il Combattimento di Allenamento, ovvero il RANDORI.
Non si tratta di un vero e proprio combattimento, bensì una fase dell'allenamento dedicata allo studio delle tecniche in un contesto di non-collaborazione.
Di conseguenza non è produttivo opporre eccessiva resistenza alle tecniche applicate dal nostro compagno e viceversa è sbagliato cercare a tutti i costi di portare a buon fine la nostra azione anche quando vengono a meno i presupposti che ci hanno indotto ad eseguirla.
Atteggiamenti scorretti che vanno a discapito della tecnica e del suo apprendimento; tale approccio, da scongiurare, nasce dalla male intrepretazione dell'esercizio del Randori.
Molti pensano che sia un momento dedicato alla determinazione del "più forte", altri sono concentrati sull'affermazione del proprio ego, taluni ne apprezzano la fatica e trovandolo un buon modo di scaricare lo stress, putroppo si fermano lì, prima ancora d'iniziarne lo studio.
Niente di tutto ciò è il Randori; lo spirito che deve guidare chi si cimenta nel Randori è quello della ricerca della tecnica tramite movimenti morbidi e fluidi, di movimenti corretti strategicamente e posturalmente alla ricerca del miglior impiego delle energie, di collaudare le tecniche che fanno parte del proprio arsenale.
In questo modo il Randori diventa un preziosissimo allenamento, che forgia l'atleta e lo prepara per i trofei e le gare dove, lì si... sarà combattimento.
Nei video riportati sotto potete osservare il Randori come veniva eseguito all’inizio dell'epoca moderna del JiuJitsu.
Gli stili cambiano, i regolamenti variano, gli obiettivi mutano, ma lo spirito è e deve restare, sempre il medesimo: