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martedì 2 ottobre 2007

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Il Fighting System è un tipo di competizione del Ju Jitsu.
Nel 1977 a seguito di un'iniziativa comune fra Italia, Germania e Svezia, venne fondata la European Ju-Jitsu Federation (EJJF) e nel 1987, quando oramai tutte le principali Nazioni europee facevano parte della EJJF, venne fondata, con un grande contributo del Ju-Jitsu italiano, la Ju-jitsu International Federation (JJIF). Da allora l’Associazione Italiana Ju-Jitsu fu riconosciuta anche dalla JJIF quale unica rappresentante del Ju-Jitsu in Italia.
Una delle tipologie di competizione riconosciute da questa federazione è proprio il Fighting System.
Questo sport vanta la partecipazione di 52 nazioni nel Mondo e prevede l’organizzazione di Mondiali, nonchè di vari titoli Continentali con cadenza Biennale.
Dal 1994 il JuJitsu Fighting System è stato incluso nei World Games, organizzati dal GAISF sotto l’egida del C.I.O.(Comitato Internazionale Olimpico)
I World Games sono giochi mondiali che si svolgono ogni 4 anni e comprendono tutti quegli sport non ancora riconosciuti nelle olimpiadi.
Sono compresi ben 40 sport, dai più famosi come il RUGBY ad altri meno noti, ma che hanno comunque una diffusione rilevante.
Il settore arti marziali comprende il Ju-jitsu, il Karate, il Sumo, l’Aikido e la Muay-Thai.
Possono partecipare a questa competizione solo i migliori otto al mondo per ogni categoria di peso.
Nel 2009 sarà Taipei ad ospitare i World Games.


Tecnicamente il Fighting System è un combattimento tra due atleti che indossano il tradizionale KeikoGi, guanti aperti e paratibia e che si svolge sul classico Tatami delle arti marziali.

Le loro armi sono i colpi, sia di calcio che di pugno, le proiezioni, le immobilizzazioni a terra, i soffocamenti e le chiavi articolari.

Gli atleti sono liberi di interpretare il combattimento come meglio credono, ma non possono mai rifiutare il combattimento, in quanto una delle loro maggiori capacità deve essere la poliedricità e l’adattabilità.

A tal proposito esiste un regolamento appositamente strutturato affinché lo scontro premi l’atleta maggiormente tecnico e dal miglior senso tattico.
Per facilitare tutte le fasi del combattimento le protezioni alle mani sono sottili ed aperte, in modo che gli atleti possano effettuare al meglio le prese sia nella lotta in piedi che in quella a terra.
In conseguenza di questo gli atleti sono vincolati a rispettare un controllo dei colpi, il che porta il combattimento sulla tipologia del semi-contact.
Una volta che un atleta sceglie e riesce ad afferrare il suo avversario è vietato sferrare alcun colpo, fin tanto che persiste una qualsiasi presa.

Questa regola permette agli atleti di esprimere al meglio le loro capacità tecniche nella lotta, senza contaminarla con colpi che andrebbero a limitare l’aspetto tecnico di questa fase.
Nel momento in cui uno dei due contendenti viene proiettato al suolo il combattimento continua, in linea con l’approccio del continuo controllo del JuJitsu, fino alla finalizzazione di uno dei due lottatori, che si verifica in caso di immobilizzazione protratta per 15 secondi, o qualora uno dei due atleti comunichi la propria resa.
Anche in questa fase è vietato l’uso dei colpi e gli atleti devono utilizzare tutta la loro arte di lottatori per sottomettere l’avversario.

Ogni azione è valutata da ben tre arbitri, che giudicano ed assegnano punti o mezzi-punti a seconda dell’esecuzione, del risultato e della reazione dell’avversario.
E’ la media dei tre arbitri che finisce sul tabellone, garantendo massima oggettività al risultato.
Il combattimento viene interrotto solo se necessario e dura 3 minuti effettivi, inserito in Tornei che richiedono 5 o 6 lotte per arrivare in finale.
Ciò permette a questo sport di mantenere un ritmo altissimo durante i combattimenti, conferendogli grande spettacolarità e obbligando gli atleti ad avere un’approfondita preparazione non solo tecnica, ma anche atletica.

La vittoria arriva al termine del tempo regolamentare per l’atleta che ha accumulato più punti, oppure all’atleta che, indipendentemente dal risultato parziale, è riuscito ad infliggere all’avversario una tecnica perfetta sia nel combattimento a distanza, sia in quello corpo a corpo e sia in quello a terra.
In questa circostanza l’atleta avrà dimostrato di essere superiore tecnicamente al proprio avversario in ogni situazione, obbiettivo massimo del JuJitsu, per tanto avrà vinto prima del termine.
Questa regola anima particolarmente le sfide, conferendo a questo sport ancora maggior studio della tattica di gara.

L’Italia vanta diversi risultati di rilievo in ambito internazionale, anche considerando che all’estero gli atleti di maggior spicco sono professionisti.
Recentemente gli Azzurri hanno raccolto un Bronzo Mondiale, una medaglia che non arrivava dal 1994.
Pochi mesi fa l’Italia ha potuto festeggiare un Oro all’Europeo, un italiano non saliva, a questi livelli, sul gradino più alto dal 1992.
Segnali di grande rilancio della tradizione azzurra del Fighting System, che fanno ben sperare per i prossimi impegni e per i futuri World-Games del 2009.


Questo tipo di competizioni fa parte del gruppo MMA(Mixed Martial Arts), ma enfatizza l’aspetto tecnico-tattico dell’arte marziale, rappresentando in questo modo un metodo per raggiungere il massimo livello di completezza nel combattimento.
Inoltre il Fighting System permette a chiunque abbia i requisiti tecnici necessari, di cimentarsi in un combattimento completo, con una scarsa frequenza d’infortuni rispetto ad altri regolamenti delle MMA.
La prospettiva di crescita, garantita da una capillare rete di trofei che vanno da quelli Regionali a quelli Mondiali e persino ai WorldGames, è di stimolo per partecipare a queste competizioni.
Il Fighting System può rappresentare anche un tassello fondamentale per quegli atleti interessati alle MMA più eclatanti, in una logica di progressione didattica della preparazione e dello studio tecnico, fondamentale, ma spesso trascurato dai più.